La recente uscita del film Profumo ha indotto alcuni spettatori che non avevano letto il libro Il profumo di Patrick Süskind, pubblicato nel 1985, a riconsiderare il proprio rapporto con il mondo degli odori, prendendo atto che, come percepiamo effluvi dagli altri, noi stessi siamo considerati e valutati per i sentori che emaniamo, siano essi prodotti dal nostro corpo o su di esso scientemente cosparsi. Nel libro il protagonista, Jean-Baptiste Grenouille, la cui vita è segnata dal fatto di non emanare nessun odore e per questo essere considerato un diverso ed essere rifiutato dagli altri, sviluppa una tale capacità a riconoscere ogni minimo aroma al punto da riuscire a muoversi al buio facendosi guidare alla perfezione dal suo naso e arriva a poter dare una descrizione precisissima di quanto sta avvenendo al di là di un muro basandosi sulle più piccole tracce odorifere emanate da oggetti ed esseri viventi nascosti alla sua vista. Nel racconto tutto è esasperato, ma che nella vita quotidiana il nostro emanare un odore abbia una certa importanza nella relazione con gli altri, non solo a livello, diciamo così, estetico, ma anche sotto molteplici aspetti della vita sociale è abbastanza evidente.


L’odore è comunicazione ed è sovente una caratteristica differenziante tra popoli, culture e censi.
Potrebbe risultare sorprendente scoprire quante scuole filosofiche, nei secoli, si siano occupate degli odori, così come il mondo religioso, che ha avuto alterni momenti di condanna e di esaltazione dei profumi. Per esempio cristianesimo e islam hanno spesso avversato nel tempo i profumi, anche se nei loro testi sacri più volte essi vengono celebrati e alle figure più vicine a Dio si attribuisce un “odore di santità”.


Il periodo in cui vive il personaggio Jean-Baptiste Grenouille è quello precedente alla Rivoluzione francese. Infatti, nasce il 17 Luglio 1738. E’ questo un periodo particolarmente importante per la profumeria che, dopo la nascita della Acqua della regina di Ungheria prodotta dai frati della Officina di Santa Maria Novella, assistette alla proposta, nel 1693, dell’Aqua mirabilis di Giovanni Paolo Feminis, che assunse poi rinomanza internazionale col nome di Köelnisch Wasser o eau de Cologne nel 1732, per merito di suo nipote Jean-Maria Farina. Nel 1792 venne fondata la Muelhens che produceva l’acqua di Colonia originale 4711. Sotto il regno del Re Sole, Luigi XIV, e anche del suo successore Luigi XV, si assistette a un uso quasi smodato dei profumi a corte, e i maestri guantai e profumieri erano molto attivi nel creare nuove formulazioni con le materie prime provenienti da Grasse, ove si erano create speciali coltivazioni floreali dedicate alla produzione di oli profumati, e con le essenze misteriose che la Compagnie des Indes importava dalle colonie. L’igiene non era certamente dominante e i profumi e i belletti avevano la funzione di coprire le puzze, di evidenziare le differenze di classe e, secondo le credenze dell’epoca, di evitare contagi. Nascono le prime aziende francesi di profumeria, tra le quali L.T. Piver , Lubin, Houbigant, Gervais et Chardin, Fargeon. La storica della profumeria Elisabeth de Feydeau ha dedicato a quest’ultimo una interessante biografia: Jean-Louis Fargeon, parfumeur de Marie-Antoniette. Sotto il Re Sole dominavano le fragranze decisamente grevi e sensuali a base di musk, civetta ed ambra, e proprio al tempo di Grenouille cominciano a essere proposti innovativi sentori più aggraziati a base di giglio, violetta, garofano, gelsomino e rosa.


A Londra, James Henry Creed (1710-1798) fonda la Maison Creed, diventando presto fornitore della corti europee. Un suo discendente, Henry Creed (1824-1914), aprirà nel 1854, su richiesta dell’Imperatrice Eugenia, la sede a Parigi e creerà per lei Jasmin Impératrice Eugénie e per suo marito Napoleone III, Cuir de Russie. Nella Londra anglicana di Giorgio II (1683-1760) cominciano ad essere apprezzate le delicate fragranze floreali femminili Stephanotis, Lily of the Valley e Lavender, di J.F.Floris, attivo dal 1730. Sono gli albori di un’arte che diventerà una fiorente industria, che supererà crisi internazionali e ostracismi religiosi. Mi preme sottolineare che tutte le fragranze citate in questa rubrica, con la sola eccezione dell’Aqua Mirabilis, sono tuttora prodotte dalle medesime aziende!


Un’ultima curiosità. Pochi giorni fa ho ricevuto la copia di una tesi che verrà discussa all’Università di Udine subito dopo l’uscita di questo articolo. E’ dedicata proprio alla storia del profumo dalle origini fino ad oggi, e si conclude con un elogio della profumeria d’autore. Faccio quindi pubblicamente i miei migliori auguri a questo studente, che sembra io abbia in qualche modo indotto a dedicarsi allo studio e alla pratica della profumeria, e spero che questa tesi, ben documentata e di piacevole lettura, venga presto pubblicata per essere apprezzata dagli estimatori di questa nobile arte.