Il Sandalo, con il suo aroma caldo di legno dolce e intenso, è considerato in genere un profumo di competenza del sesso forte, ma in realtà è così fondamentale nelle creazioni della profumeria, sia per le sue qualità di ottimo fissativo naturale sia per la sua sorprendente affinità in particolare con l’olio di rose e di gelsomino, che oltre la metà dei profumi femminili di qualità lo contengono. Il suo uso come aroma risale ad oltre 4mila anni fa e la sua zona di origine è la regione attorno a Mysore, nello Stato indiano del Karnataka e, in misura minore, dalle regioni del Tamil Nadu e Andhra Pradesh. L’albero Santalum album è considerato un semiparassita perché le sue radici si diffondono molto efficientemente tra quelle degli alberi vicini, sottraendo loro acqua e minerali. Specialista nella sopravvivenza in climi secchi e relativamente elevati, produce all’interno di radici e tronco un olio aromatico.


Perché il contenuto di olio nel legno si avvicini al 3% occorrono almeno 25 anni, ma più l’albero è vecchio e più la quantità e la qualità dell’olio è alta. Per essere considerato di prima scelta, l’olio di Sandalo deve avere una concentrazione di santalolo, principale componente dell’aroma, vicina al 90%, secondo i parametri stabiliti dall’ISO (International organisation for standardization): una tale concentrazione si ottiene solo da piante che abbiano almeno 80 anni. L’albero va propriamente sradicato, perché è nelle radici e nella parte interna del tronco che si ha il contenuto più elevato in olio. Quello puro si ottiene per distillazione in corrente di vapore o per estrazione con anidride carbonica,poi viene essiccato e polverizzato. Da una tonnellata di polvere si possono estrarre fino a 60 chilogrammi di olio, il che equivale a un massimo del 6% di resa. Fin dal 1792, anno in cui il Sultano del Mysore emise un editto al riguardo, ogni singolo albero di Sandalo è di proprietà dello Stato, anche se cresce su una proprietà privata, e nessuno è autorizzato a estirparne uno prima che abbia raggiunto almeno i 30 anni di età.


La produzione annua indiana è stimata attorno alle 150 tonnellate di olio, di cui circa 40 vengono esportate. Il Governo riconosce il 75% del valore commerciale della pianta, al prezzo del mercato ufficiale, a chi la cura, ma il contrabbando di Sandalo garantisce rendite più alte (quasi il doppio) sulla base delle quotazioni ben più alte del mercato nero. Ciò, ovviamente, porta al mancato rispetto delle quote e a minacciare seriamente la sopravvivenza della specie. Si stima che oltre il 75% dell’esportazione del Sandalo dal Karnataka sia illegale. Una delle destinazioni principali del contrabbando è l’Arabia Saudita, che assorbe quasi 50 tonnellate di olio, con un fatturato di oltre 670 milioni di dollari all’anno. In realtà, le leggi proibiscono la raccolta ma non limitano l’esportazione del prodotto lavorato. Ciò fa sì che dalla raccolta clandestina derivi un prodotto che può essere venduto legalmente.


Una tipica legislazione da azzeccagarbugli, finanziati dalle lobby ma anche gradita da parte di comunità rurali di intoccabili senza casta (dalit) che hanno fatto del contrabbando di Sandalo la loro principale fonte di sostentamento. Tra i capi più importanti di queste organizzazioni clandestine bisogna citare Koose Muniswami Veerappan, classe 1952, un misto tra Robin Hood e Che Guevara, che ha tenuto in scacco il governo indiano per più di 30 anni, prima contrabbandando avorio e sterminando almeno 2mila elefanti e poi applicandosi, dal 1973, alla redditizia attività del contrabbando di Sandalo, esercitando il controllo su quasi 8mila chilometri quadrati di giungla fra il Tamil Nadu e il Karmataka. Secondo altre interpretazioni, Veerappan imponeva di reimpiantare 50 alberelli per ogni albero sradicato, provvedeva a fornire di dote le figlie dei diseredati e dava lavoro e assistenza a una popolazione sostanzialmente dimenticata dal governo indiano.


Il fatto che, pur avendo una taglia sulla testa di oltre 400mila dollari, non sia stato tradito anche quando nel 1993 il governo istituì una task force di oltre 2mila uomini per setacciare la foresta e catturarlo, fa comunque pensare. Solo il 18 Ottobre del 2004 la polizia uccise questo eroe dei poveri mentre tentava di raggiungere un ospedale in ambulanza. La sua epopea tra caccia di frodo, contrabbando, rapimenti di attori, attentati, implicazioni col nazionalismo Tamil meriterebbe forse un trattamento a parte di qualche illustre collaboratore di Monsieur. Sta di fatto che il Sandalo è considerato ormai una specie a rischio di estinzione e il prezzo dell’olio cresce a un tasso di quasi il 100% annuo, raggiungendo valori superiori a 1.500 dollari per chilo, e quindi viene utilizzato nella sua forma naturale solo da poche case, che hanno produzioni limitate. Per assaporarne le sue meravigliose note legnose calde ed avvolgenti, balsamiche e dolci, ricche e leggermente animali, posso consigliare Sandalwood Classic Collection di Floris, Santal Imperial e Santal Original di Creed , Sandalwood di Taylor of Old Bond Street e la ottima nuova candela Rigaud Bois Précieux, oltre ai quasi introvabili e carissimi incensi giapponesi o gli agarbatti indiani di prima qualità.