L’arte della sartoria londinese ebbe in Lord George Bryan Brummel, conosciuto anche come Beau Brummel, il nobile inglese considerato il primo dandy, o comunque colui che rappresentò meglio il dandismo, un entusiasta ispiratore. E in Savile Row la sua patria d’elezione. E’ in questa via, infatti, che è nato il termine bespoke, parola che non è solo sinonimo di taylor made, ma che si riferisce all’atto del segnalare e prenotare (to bespeak, appunto) l’intero scampolo di tessuto che a partire da quel momento non potrà essere più disponibile ad altri clienti fino a che non sarà tagliato e cucito l’abito su misura. In pratica, si tratta del processo che va dalla fase di ricerca della più pregiata materia prima necessaria alla creazione di un prodotto unico e irripetibile, fino alla sua effettiva realizzazione, passo passo, tenendo conto delle peculiari scelte di stile e necessità del cliente.
Il termine è ora riferito a molte altre produzioni su misura, incluse quelle della profumeria artistica artigianale. Con “bespoke perfume” si intende un profumo su misura, che viene esplicitamente realizzato per accontentare le esigenze di un singolo committente. La sua creazione necessita di più colloqui tra profumiere e cliente, incontri che devono portare a mettere in evidenza le preferenze, le sfaccettature caratteriali, le scelte di stile e le associazioni positive e negative che il committente attribuisce a diverse classi di odori. Si tratta di un lavoro lungo e complesso, che può dare grandi soddisfazioni sia al profumiere che al committente. Il primo ha, infatti, la possibilità di verificare immediatamente se e come deve intervenire perché la sua creazione risponda alle aspettative del cliente, in questo caso unico, e certamente quest’ultimo realizzerà un suo sogno e avrà la certezza che non incontrerà mai un'altra persona che indossi il suo stesso profumo.
Ma quanto può venire a costare un tale vezzo? I prezzi possono variare dai 50mila euro, ovvero dalla cifra richiesta per un bespoke dalle grandi case come Guerlain, Patou o Cartier, fino ai 6/8 mila euro chiesti da Francis Kurkdjian a Parigi, da Salon Privé di Isabelle Burdel a Cannes o da Enata di Glenda Taylor in Inghilterra. Tra i nomi illustri che si dedicano alla creazione di bespoke vi sono Olivier Creed, Lorenzo Villoresi, Laura Tonatto e Lynn Harris. La Creative Perfumers di Anastasia Brozler a Londra, nata nel 1999, dà invece l’opportunità, a seguito del primo colloquio, di individuare, all’interno del suo team, composto da 14 rinomati profumieri internazionali, quello che è più vicino, per stile compositivo, alla sensibilità del cliente, con costi a partire da 7.500 euro, che possono arrivare fino a 250mila euro.
Quando la creazione, nata dalla buona collaborazione tra il committente che racconta, ricorda, esprime emozioni e il profumiere, che tenta di tradurle in una composizione profumata, è vitale, originale, comunicativa o, in altre parole, artisticamente valida, può sembrare un peccato che non possa essere apprezzata da coloro che ne saprebbero cogliere le sfaccettature, le particolarità, l’estetica e la poetica e che sia un’unica persona a godere di tale privilegio. Ma tant’è, la storia dell’arte è ricca di aneddoti che si riferiscono a opere realizzate per mecenati gelosi dei loro capolavori. Ricordiamoci però che non tutte, nei secoli a seguire, hanno meritato di diventate patrimonio artistico dell’umanità.
Dunque ben venga che pochi eletti alimentino un’attività creativa estrema ed elitaria, ma è bene tener presente che, per quanto appagante e gradito al committente, non è assolutamente garantito che un bespoke abbia sempre la levatura artistica di una grande creazione. Resta il fatto che sarebbe opportuno che ognuno abbia la possibilità di indossare un profumo che gli si addice, ma per fortuna, tra le innumerevoli creazioni artistiche della bella profumeria d’alta gamma, è altamente probabile che possa trovare il capolavoro più adatto, senza dover ricorrere a un bespoke, con la quasi totale certezza che ben difficilmente troverà qualcuno, nella sua cerchia di frequentazioni, che indossi lo stesso profumo.
E infine una raccomandazione ai lettori di Monsieur. Credo che a nessuno di voi verrebbe mai in mente di mischiare due vini di vostro gradimento nello stesso calice. Allo stesso modo, evitiamo nel modo più assoluto di realizzare, con un “criminoso” fai da te, applicato ai profumi d’autore, una nostra fragranza personale mescolando due bei profumi! Riuscireste (forse) a stupire qualcuno, ma ben difficilmente ammalierete chi vi sta vicino!