Questa particolare sostanza aromatica si ottiene da due ghiandole presenti sull’addome del piccolo cervo Himalayano, noto appunto col nome di Musk, o Tonkin Musk. Una volta asportate, sigillate con ceralacca e essiccate su pietre arroventate al sole, producono all’interno dei granuli neri dall’odore molto intenso. L’olio essenziale si ottiene per infusione alcolica delle ghiandole stesse e successiva concentrazione. La secrezione di queste ghiandole del Musk (Moschus moschiferus), mescolandosi con l’urina, ha la funzione di segnalare alle femmine la presenza di un maschio sviluppato e pronto alla riproduzione e, agli altri maschi, che il territorio marcato è già controllato da un adulto dominante.
La sensibilità olfattiva verso questo odore è tra le più elevate, non solo nelle specie animali ma anche nell’uomo. Proprio per la sua riconoscibilità anche in concentrazioni minimali, inferiori ad un miliardesimo di grammo per litro d’aria, veniva frammisto alla malta con cui si tinteggiavano i muri delle moschee, in particolare in Persia, per aiutare i fedeli ad orientarsi per le preghiere quotidiane. Philip Kraft (1) ha magistralmente descritto le contrastanti sensazioni che gli estratti di Musk gli davano: ..”repulsivo-attrattivo, chimico-caldo, sudaticcio-balsamico, acre-ceroso, terroso-polveroso, grasso-cioccolatoso, pungente-cuoiato, resinoso-speziato, simile al fico, secco, nocciolato legnoso…”. Quasi indescrivibile, ma inconfondibile, l’effetto olfattivo di questo insieme di sensazioni potrebbe essere riassunto così: dolce, avvolgente, profondo, caldo, polveroso e sensuale. Qualcuno sostiene che è molto vicino all’odore della pelle di un neonato. Ma il ruolo così dominante, nella composizione di fragranze, che ha avuto ed ha il Musk è dovuto principalmente, non al suo proprio odore, che è quasi un non-odore, ma alle sue doti di esaltare notevolmente e rendere durature altre essenze, molto leggiadre e accattivanti, ma normalmente evanescenti. Il Musk è quindi uno dei più antichi e efficaci “fissativi”. Quasi sempre queste particolari sostanze hanno alti pesi molecolari e garantiscono un rilascio più lento e progressivo delle note volatili delle composizioni in cui sono inserite.
Esistono altre fonti animali e vegetali di analoghi del Musk. Tra quelle animali c’è il Topo muschiato (Ondatra Zibethicus), il Bue Muschiato (Ovibos Moschatus), l’Anatra Muschiata (Biziura Lobata), il Toporagno muschiato (Crocidura Murina), lo Scarabeo Muschiato (Aromia Moschata), la Civetta Muschiata (Civettictis Civetta), La Tartaruga Muschiata (Sternotherus odoratus), l’Alligatore ed il Coccodrillo che hanno due ghiandole secernenti Musk ai lati delle mandibole e persino alcuni serpenti dispongono di ghiandole simili. Ogni specie usa questi segnali odorosi con scopi riproduttivi o per delimitare il territorio. Dal 1979 il Moschus moschiferus è specie protetta dal CITES (2) ma nessuna di queste altre fonti rappresenta, comunque, oggi una valida fonte alternativa, sia per motivi di rispetto delle specie in estinzione che per i costi di estrazione .


Tra le fonti vegetali di Musk i semi di Ambretta (Abelmoschus moschatus) sono i più importanti, producendo un olio estremamente profumato con note più floreali e dolci del Musk animale e per questo spesso usato nelle fragranze ambrate. Gli Indiani, che usano masticare i semi di Ambretta per rinfrescare l’alito, gli attribuiscono proprietà afrodisiache per l’uomo mentre e gli Arabi usano l’olio di Ambretta per aromatizzare il caffè.
Altra fonte vegetale utilizzata è l’Angelica (Angelica Archangelica).
La storia della profumeria è sostenuta da una irrinunciabile base di musk, anche se resta ancora un mistero come esso possa rendere ogni sostanza odorosa con cui viene in contatto, così più potente e duratura. Un mistero che neanche i suoi sostituti sintetici hanno ancora chiarito.


1)Kraft,Philip “Aroma Chemicals IV:Musks” in Chemistry and Technology of Flavours and Fragrances, ed. By David Rowe-Blackwell Publishing, UK, 2004
2)CITES:(Conventionon International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora)- www.cites.org


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Kosmetica, Settembre 2011

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