Una rubrica su un giornale diventa spesso, per chi la scrive, una sorta di diario, una quaderno su cui appuntare le proprie riflessioni. Ma l’autore è spesso portato a autocensurarsi, supponendo che il lettore voglia avere delle informazioni precise, dei suggerimenti il più possibile utili e, di conseguenza, tende ad essere, a volte, quanto più possibile didascalico e, dunque, meno passionale. Infatti, quando nel 2002 scrissi il primo pezzo (pubblicato sul numeri 8 di Monsieur) conclusi con una sorta di sommario delle notizie che avrei fornito, elencando marchi ed argomenti. Ebbene, oggi mi rendo conto del fatto che abbastanza spesso sono uscito dal seminato, facendomi trascinare dalla passione. Non me ne pento affatto e spero che il fatto che non mi siano mai giunte lamentele significhi che forse ciò che ho scritto in questi anni non è spiaciuto.


La passione, appunto… Che cosa sarebbe la vita senza passione, senza la bellissima emozione dello stupore infantile che ci coglie nello scoprire cose inattese, nel buttarsi a capofitto in progetti che agli onnipresenti consulenti appaiono totalmente improduttivi, se non addirittura pericolosi, ma che a noi ridonano l’entusiasmo che avevamo quando eravamo ventenni pieni di belle speranze? Io ho la fortuna di essere in stretti rapporti con famiglie che hanno scritto la storia della profumeria artistica degli ultimi tre secoli, e la più grande gioia la provo quando verifico che hanno ancora la voglia e il coraggio di osare, di innovare e di non rifugiarsi nel porto sicuro della replica a oltranza delle fragranze che hanno fatto la loro fortuna, perché negarlo, anche sul piano dei profitti. Ultimamente, per una strana coincidenza, si è registrato l’ingresso della nuova generazione quasi contemporaneamente in più aziende. Così, nelle mie vesti di partner commerciale, mi sono trovato catapultato nel ruolo di mediatore e consigliere tra la genuina irruenza, a volte meravigliosamente incosciente e entusiasta, dei nuovi delfini e il placido conservatorismo e il severo pragmatismo dei loro genitori.


Una totale dedizione al rispetto dei valori consolidati del marchio è denominatore comune e guida sia della vocazione a essere propositivi dei giovani, a imitazione delle gesta compiute dai nonni, sia della difesa da parte dei padri di quanto di positivo è stato conseguito nel corso del tempo. Questo appassionato “scontro” generazionale comporta il fatto che i giovani tentino di trovare in me un alleato nel sostenere i loro entusiasmi, mentre i padri contano sul fatto che io possa essere in grado di calmierare le intemperanze dei loro figli. La cosa curiosa è che mi ritrovo spesso a raccontare ai figli che cosa avevano fatto i padri e a rivalutarne le gesta e, nello stesso tempo, a fare presente ai padri quanto di buono ci sia nelle idee degli apprendisti direttori di famiglia. Bene, devo confessare che tutto ciò, per quanto faticoso e a volte perfino un po’ stressante, è al tempo stesso estremamente stimolante e gratificante.


D’altra parte, non si è mai sopita in me l’anima del ricercatore, dello sperimentatore, e ormai ho scoperto che anche nella vita di tutti i giorni si può sempre trovare uno stimolo nuovo, un guizzo, una voglia di stupire se stessi e gli altri e che non servono necessariamente centri studi o laboratori superattrezzati per fare della ricerca e dell’innovazione. Condizione necessaria, anzi indispensabile, perché tutto ciò possa accadere è però la passione. Mantenere un sano buonsenso ma, nello stesso tempo, non impedire ai sogni e alle ambizioni di poter essere messi alla prova è la ricetta giusta. Immaginare un futuro per un piccolo marchio sconosciuto dalle bellissime storie e realizzazioni, rinverdire il fascino di straordinarie creazioni incomprensibilmente dimenticate, scoprire persone che in realtà aspettavano solo di avere un progetto in cui credere per esprimere al meglio le loro potenzialità, coinvolgere nella propria passione chi pensava di non averne più e vederlo entusiasmarsi come non gli capitava più da anni…


Non posso, a questo punto, che ringraziare Creed, Floris, Knize, D’Orsay, Profumi di Pantelleria, La Base, Truefitt&Hill, Taylor of Old Bond Street e Rigaud. Ma anche Jan l’olandese, Franco di Los Angeles, Karl di New York, Txomin di Barcellona, Silvia e il mio staff e tutti coloro che sono i miei personalissimi reagenti da laboratorio per la realizzazione delle più belle sintesi dai risultati assolutamente naturali. Passione, coerenza, eticità, rispetto e piacere del fare, se colti con spontaneità e naturalezza, rendono la vita più piacevole. Almeno secondo me….