Quasi quotidianamente si assiste alla sparizione di qualche fragranza che avremmo pensato immutabile e irrinunciabile, data la meravigliosa longevità sul mercato e la bellezza estetica e compositiva. Cosa sta succedendo? Semplicemente che certi oli essenziali, certe estrazioni particolari realizzate da micro produttori indiani e pakistani, nord africani, sud americani diventano irreperibili. La crisi mondiale ha provocato fusioni, chiusure e disoccupazione e, tra le molte vittime di questi rivolgimenti economici, vi sono anche alcune piccole realtà dedite alla produzione di materie prime per la profumeria. Problemi che si sono aggiunti a quelli causati dai disboscamenti indiscriminati o dagli incendi distruttivi nel Sud Est asiatico o dalle alluvioni degli scorsi decenni e che avevano reso il lavoro del profumiere, che ambisce ad utilizzare prodotti di origine naturale di grande qualità, sempre più difficile. Bisogna prenotare certe specialità con molti mesi di anticipo ma senza certezza che ve ne sarà disponibilità, i costi schizzano alle stelle e l’attenzione da prestare alla qualità di ciò che si acquista deve essere sempre più elevata.
Vi è però modo di affrontare il problema, non solo risolvendolo ma dando vita a interessanti prospettive future. Da tempo alcune organizzazioni umanitarie e eco-solidali hanno avviato programmi di reintroduzione, in zone impervie ed estremamente povere, di alcune coltivazioni fonte di prodotti ad alto valore aggiunto che potrebbero efficacemente dare nuova vita alle micro economie rurali indigene oltre che ripristinare lavorazioni tradizionali con tutta la “filiera” ad esse correlata (1).
Per esempio il Rain Forest Project (2) in collaborazione con l’Università del Minnesota (3) ha portato a compimento dei progetti di ri-piantumazione in Vietnam, Tailandia, Bangladesh e Papua Nuova Guinea di alberi di Agarwood (Aquilaria). Questi, incisi ed inoculati con particolari funghi che inducono una risposta immunitaria antifungina, producono all’interno del tronco una resina che, distillata fornisce il prezioso olio noto come “oud “. Ora quest’attività, dopo la conclusione della fase sperimentale, fornisce mezzi di sostentamento a chi viveva ai più bassi livelli di povertà.(4-5)


Eco-sostenibilità
Altri progetti di eco sostenibilità riguardano fonti di oli essenziali pregiati come il vetiver e il sandalwood. Il vetiver ha doti molto particolari perché può essere utilizzato per consolidare i terreni riducendone l’erosione, favorire il trattenimento dell’umidità sui terreni e sostituire efficacemente opere murarie di contenimento e terrazzamento, permettendo il recupero di superfici coltivabili e evitando di fornire, come le murature, riparo a roditori dannosi per le colture. Garantisce una minor dispersione dell’acqua irrigua ed è in grado di purificare le acque riducendo i problemi di epidemie.
Inoltre la grande massa del suo sistema di radici ha un contenuto in carbonio che la rende un ottimo combustibile, una volta estirpata e seccata. Non ultimo, ovviamente, il suo interesse per l’olio essenziale pregiato che può produrre (6). L’allarme recessione ha coinvolto recentemente anche la più grande azienda di lavorazione del vetiver ad Haiti ma già a breve riprenderà le produzioni (7).
La pianta del sandalo, che cresce prevalentemente in India, produce olio essenziale nelle radici e nel tronco solo quando ha almeno 20 anni. Ogni pianta è di proprietà dello Stato e la sua raccolta e lavorazione è strettamente controllata. In teoria chiunque abbia una pianta di sandalo sul suo terreno percepirà il 75% del valore della sua vendita ma il mercato “libero” garantisce guadagni estremamente più elevati di quello ufficiale e ciò ha portato alla raccolta indiscriminata che ha portato quasi all’estinzione della specie. Ora vi sono progetti di riforestazione con il sandalo, non solo in India e Borneo ma anche in Australia con beneficio per le popolazioni aborigene (8).
Infine, quindi, buone notizie per la Profumeria!


Bibliografia
1-Flavours and fragances of plant origin-NON-WOOD FOREST PRODUCTS 1 -FAO - Food and Agriculture Organization of the United Nations ISBN 92-5-103648-9
2-http://therainforestproject.net/
3-http://forestpathology.cfans.umn.edu/agarwood.htm
4-An Ecological and Economic Assessment of the Nontimber Forest Product Gaharu Wood in Gunung Palung National Park, West Kalimantan, Indonesia- Gary D. Paolo, David R.Peart, Mark Leighton and Ismayadi Samsoenis-Conservation Biology Volume 15, No.6 December 2001
[online] URL: http://deepblue.lib.umich.edu/bitstream/2027.42/74107/1/j.1523-1739.2001.98586.x.pdf
5-Donovan, D. and R. Puri. 2004. Learning from traditional knowledge of non-timber forest products: Penan Benalui and the autecology of Aquilaria in Indonesian Borneo. Ecology and Society 9(3): 3. [online] URL: http://www.ecologyandsociety.org/vol9/iss3/art3/
6- http://www.vetiver.com
7-http://www.lenouvelliste.com/articleforprint.php?PubID=1&ArticleID=71161
8-http://www.auracacia.com/auracacia/aclearn/features/sandalwood4.html


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Kosmetica, Aprile 2011

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